sabato 4 luglio 2009

Fabrizio De Andrè con gli occhi e la voce di Cristiano De Andrè


Un tour estivo nelle più importanti città italiane “De Andrè Canta De André”.

Quello che di Fabrizio De André si è ascoltato, riletto con gli occhi di un compagno di viaggio unico. Quello che di Fabrizio De André non si sa, raccontato dal suo erede reale e morale. Cristiano De André, polistrumentista, compositore, cantautore, scava nelle pieghe del repertorio di Faber e parte per un tour che è un viaggio meraviglioso fra le canzoni che hanno consegnato alla storia della musica e della letteratura italiana il nome di De André. Sono passati 10 anni dalla scomparsa di Fabrizio De André. Una decade che invece di offuscare il valore culturale e popolare del suo lavoro, ci riconsegna il cantautore genovese in tutto il suo splendore. Cristiano non è solo un figlio d’arte. Diplomato al conservatorio, sale sul palco al fianco di suo padre Fabrizio nel 1980 a 18 anni, e non scende più, proseguendo con successo anche nella sua carriera solista. Un compagno di un’avventura dal vivo che rivive in questo nuovo viaggio musicale. Un’anteprima a Musicultura, il 28 giugno, manifestazione che da sempre ha uno stretto rapporto con Cristiano e Fabrizio stesso, tra i primi firmatari del Comitato Artistico di Garanzia nella scelta dei finalisti, e che ha visto Cristiano ospite fin dalle prime edizioni. Una data speciale alla Reggia di Venaria (Torino) per il Venaria Real Music il 30 di giugno con una serata tributo al grande Faber. Dopo l’esibizione della All Stars Italian Jazz Band (Stefano di Battista, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli), il concerto di Cristiano De Andrè. Il tour toccherà importanti e suggestive località italiane, da luglio a settembre (Roma il 29 luglio e Milano 14 settembre), per poi riprendere in autunno nei teatri. “De André canta De André” avrà un’anima rock ed una più acustica e intimista. Cristiano mostrerà tutta la sua abilità di musicista polistrumentista. Suona di tutto: dalla chitarra al bouzouki, dal violino al pianoforte e tastiere. Sarà accompagnato da quattro musicisti coordinati da Luciano Luisi, già arrangiatore di Zucchero e Ligabue. La regia dello spettacolo è curata da Pepi Morgia già regista di tutti gli spettacoli di Fabrizio.Il progetto è prodotto da Bruno Sconocchia e Michele Torpedine che ritornano a collaborare insieme dopo eventi storici come “Vanoni Paoli Insieme”, tour di Zucchero “Sugar” Fornaciari e Pooh.La tournèe è gestita dalla Ph.D., società che nasce 25 anni fa producendo proprio il tour legato all’album “Creuza de ma”, capolavoro di Fabrizio De André, continuando con i tour di “Le nuvole” (1991), “In teatro” (1993), “Anime Salve” (1997).

Questa la scaletta del concerto:
1. Mègu Megùn
2. ‘A cimma
3. Ho visto Nina volare
4. Don Raffaè
5. Cose che dimentico
6. Se ti tagliassero a pezzetti
7. Oceano
8. Smisurata preghiera
9. Verranno a chiederti del nostro amore
10. Medley: Andrea, La cattiva strada, Un giudice
11. Creuza de ma
12. Fiume Sand Creek
13. Tre madri
14. La canzone di Marinella
15. Quello che non ho
16. Amico fragile
17. Dietro la porta
18. Il pescatore
19. Zirichiltaggia
20. Amore che vieni amore che vai

mercoledì 22 aprile 2009

LA PFM CANTA DE ANDRE'

Il 14 maggio 2009, presso il teatro metropolitan di Catania, avrà luogo un concerto della Premiata Forneria Marconi interamente dedicato alle canzoni di Fabrizio De Andrè.
L'occasione è veramente unica, dal momento che la PFM&Fabrizio De Andrè hanno vissuto un lungo sodalizio, culminato in un tour molto apprezzato.
Informazioni più dettagliate potranno essere reperite presso il sito del teatro Metropolitan che riporto di seguito http://www.metropolitan.catania.it/.
Chi avesse il piacere di partecipare all'evento insieme al sottoscritto può provare a contattarmi (se ci riesce!).

ADL

martedì 21 aprile 2009

Il Pescatore


Entriamo subito nel vivo della discussione con questa famosissima canzone di De Andrè che, nella sua forma, apparentemente semplice e vivace, pone all'ascoltatore attento delle questioni aperte e, probabilmente, irrisolte.
Innanzitutto sono innumerevoli le analogie tra il pescatore e la figura di Cristo. Versi come ad esempio "versò il vino e spezzò il pane/per chi diceva ho sete, ho fame" fanno un riferimento esplicito al sacramento dell'eucarestia, ma è comunque tutta la storia ad essere strutturata quasi fosse una parabola evangelica. A queste osservazioni si può aggiungere che quella del pescatore è in sè un'immagine che appartiene alla simbologia dei vangeli, "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" (Mc. 1,18,19) è una frase che ha un'eco piuttosto familiare. Questo, però, non esclude che De Andrè intenda suggerire un messaggio che va al di là della morale cristiana, in forza del quale il genere umano ha nelle azioni da esso compiute il trampolino di lancio verso una salvezza, che prescinde da qualsiasi fede.
Molto controversa, e forse ancora più interessante, è la domanda che sovente ci si pone in merito all'esito della vicenda.
"Aveva un solco lungo il viso/come una specie di sorriso". E' la mera descrizione di un vecchio lupo di mare o, invece, si tratta di una ferita mortale che l'assassino ha inflitto al pescatore dopo aver ottenuto ciò di cui aveva bisogno?
Le due tesi hanno entrambe degli elementi forti su cui è possibile far leva.
Alcuni sostengono, infatti, che il silenzio del pescatore dinnanzi ai gendarmi che "chiesero al vecchio se lì vicino/fosse passato un assassino" sia un gesto di complicità nei confronti di una persona disperata, che fugge da una giustizia terrena troppo spesso forte con i deboli e debole con i forti. Il rifiuto di collaborare con la legge nasce da un istinto di solidarietà nei confronti del proprio fratello, e questa visione di De Andrè emerge prepotentemente anche nel testamento di Tito, nei versi "Non dire falsa testimonianza/e aiutali a uccidere un uomo./Lo sanno a memoria il diritto divino/e scordano sempre il perdono./Ho spergiurato su Dio e sul mio onore/e no, non ne provo dolore".
Altri ritengono, invece, che il pescatore venga ritrovato cadavere dai gendarmi e vi sono molteplici indizi che supportano questa tesi:
1)Il pescatore non dice di non aver visto passare nessuno, ma rimane in silenzio.
2) Spingendo ancora più in là l'analogia tra il pescatore e Cristo, si direbbe che come Gesù "diede la vita ed ebbe in cambio una croce", così anche il pescatore abbia pagato con la vita il suo atto di amore verso il prossimo.
3)L'assassino, inseguito dai gendarmi, non può correre il rischio che il pescatore parli e quindi lo uccide.
4) La qualificazione del personaggio come "assassino" è evidentemente voluta. L'uomo che incontra il pescatore non è nè un ladruncolo, nè un truffatore, ma è un assassino e, in quanto tale, è capace di uccidere.
Nessuna delle due letture è comunque in grado di sciogliere l'enigma in maniera sicura.
Da parte mia ritengo che questa ambiguità non sia casuale, ma abbia un significato preciso. Nella canzone esiste un comportamento chiaro e indiscutibile: il pescatore aiuta l'assassino, perchè l'uomo aiuta il proprio simile senza curarsi del casellario giudiziale, del colore della pelle, della religione o altro. E, soprattutto, senza curarsi delle conseguenze della propria azione. Per De Andrè il comportamento successivo dell'assassino è irrilevante, perchè l'attenzione del pubblico deve essere concentrata per intero sull'umanità del pescatore, un'umanità che se condivisa da tutti, nessuno escluso, ci regalerebbe un mondo nuovo, che non avrebbe bisogno di gendarmi perchè privo del rifiuto dell'umanità che appartiene all'assassino.

ADL




Tra via del campo e il west

Saranno centinaia o addirittura migliaia i blog, i forum, i siti specializzati che si occupano dell'analisi o che si preoccupano della condivisione delle opere di Fabrizio De Andrè e di Francesco Guccini.
E' giusto chiedersi, dunque, quale sia la ragione di un ulteriore luogo di incontro dedicato a questi due autori, particolarmente vicini perchè, sebbene straordinariamente diversi tra loro, hanno saputo e sanno suscitare in chi ascolta l'emozione attraverso l'uso dei significanti e dei significati delle parole.
L'intenzione, ed è meglio dirlo al principio, non è quella di spiegare qualcosa a qualcuno. Un intento del genere, oltre che apparire stupido, sarebbe pressoché impossibile da perseguire. Spiegare qualcosa vuol dire averla capita e, considerando che certe volte persino la comprensione dell'uso di una singola parola può essere complicata, capire De Andrè e Guccini non è affatto facile.
Pertanto l'idea, sicuramente meno ambiziosa, è quella di proporre dei suggerimenti d'interpretazione, delle possibili chiavi di lettura, che siano conformi non semplicemente alle canzoni in senso oggettivo, ma a come esse possano venire intese da chi le ascolta.
E' proprio questa, infatti, l'esigenza primaria da cui nasce questo blog.
Non si tratta di studiare i due cantanti, ma di studiare noi stessi attraverso le loro canzoni, procedendo lungo la strada immaginaria che corre tra via del campo e il west.

ADL